La chiave per la vittoria dell’Inter è stato sicuramente l’attacco. Lukaku ha mostrato il suo strapotere fisico, ha protetto, smistato e segnato un gran gol. Lautaro non è stato da meno, con altre giocate. La sua velocità e il controllo palla di alta qualità gli hanno permesso di dribblare più volte i difensori milanisti. Ha trovato una doppietta, il primo di testa, su assist del belga, il secondo un tapin che ha messo in cassaforte la gara nel miglior momento milanista. L’atteggiamento dei due bomber è stato da manuale, sempre sul pezzo, senza mollare niente, tutto ciò gli ha permesso di aggiudicarsi il titolo di migliori in campo. La loro intesa è eccezionale, si trovano a occhi chiusi come se giocassero insieme da sempre, fanno i movimenti giusti per servire il compagno nel modo migliore arrivando in porta con una triangolazione, spesso di prima o con un lancio nello spazio. Parlano anche i numeri, Lukaku è primo nella classifica marcatori mentre se uniamo le loro reti il totale è di 30 gol. Meno brillante la prestazione dei difensori rossoneri, Kjaer e Romagnoli. Il compito di marcare i due attaccanti dell’Inter non era sicuramente semplice, ma dovevano fare di più. Il danese si è fatto saltare in velocità ripetutamente da Lautaro mentre Romagnoli non ha saputo dire la sua con il belga venendo sovrastato dal suo fisico. Kjaer non ha mai tentato un anticipo e, inoltre, ha sempre aspettato l’uomo senza pressarlo. Nel primo gol hanno entrambi colpe perché Lautaro è libero mentre il cross di Lukaku passa indisturbato. E’ mancata la grinta. Impedire a Lukaku di girarsi non è semplice, ma se succede, come oggi, perché il difensore è in ritardo oppure perché si fa superare in velocità, sono dolori.
