L’Inter è squadra, per la Juve un’altra delusione

La squadra di Conte continua a sigillare il primo posto, giocando un calcio difensivista, ma efficace. L’Atalanta è sembrata più in forma, ha costruito e creato più gioco, ma non ha mai saputo concludere. L’Inter, invece, si. Skriniar ha sfruttato il consueto caos da calcio d’angolo per appoggiare la “pelota” nell’angolo in cui Sportiello non è potuto arrivare. L’idea di singolo nei nerazzurri non è esiste, conta solo la squadra, dunque anche gli attaccanti hanno un ruolo centrale nella fase difensiva e devono essere i primi a tornare e i primi a ripartire. La stanchezza è normale, necessaria, ma l’atteggiamento non deve mai essere insufficiente, ecco perché Eriksen, pur essendo un grande campione, all’inizio non giocava, ora è tutta un’altra storia, ha capito in cosa era manchevole. Il risultato di tutto ciò è che con i bergamaschi più di una volta ha preferito spazzare il pallone invece di dar spazio a giocate velleitarie. Tutt’altra musica a Torino. Con la mancata qualificazione la Champions è sempre più un’utopia. Non è bastata l’eccezionale prova di Chiesa, sempre più importante, che con una doppietta sembrava aver riacceso la Juventus, annichilita fino a quel momento, che non solo aveva subito un gol, ma non dava segni di riscossa. E’ sicuramente mancato, sia all’andata che al ritorno, Ronaldo. Al fenomeno portoghese non è riuscita una giocata, nonostante molti tentativi. Tuttavia la colpa della sconfitta non è solo sua, ma del gruppo. Ovviamente l’obbiettivo dell’acquisto di Ronaldo era di vincere la Champions, ma ricordo che non può sempre caricarsi la squadra sulle spalle, come ha fatto molte volte in questi anni, come con l’Atletico Madrid in quella magnifica rimonta o la doppietta, quest’anno, col Barcellona. I compagni devono dare di più, a partire dalla leggerezza di Bentancur all’andata o alla papera di Szczesny al ritorno per finire con i veterani, come Bonucci, Chiellini e Buffon che dopo la sconfitta non si sono nemmeno degnati di presentarsi in tv, mettendoci la faccia, per dare un esempio di leadership.

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